Scheda
Regia: Brian Klugman, Lee Sternthal.
Attori: Bradley Cooper, Jeremy Irons, Dennis Quaid, Olivia Wilde, Zoe Saldana.
Genere: Drammatico.
Produzione: USA.
Anno: 2012
Durata: 97 minuti circa.
Recensione
Clay Hammond racconta la storia di Rory Jansen, che vuole
diventare un grande scrittore e per farlo è pronto a tutto, anche a pubblicare
un libro non suo, trovato in una vecchia valigetta. L’incontro con l’uomo che
l’ha scritto lo costringerà ad affrontare le conseguenze delle sue scelte.
The Words, tre storie una dentro l’altra che
ricordano un po’ lo stile del sogno in Inception, è un film in cui verità e
finzione, passato e presente convivono, quasi a creare un tutt’uno
indissolubile, dove i tre protagonisti maschili, Rory, Clay e il vecchio,
potrebbero essere in fondo la stessa persona.
Notevole il cast, ottima la fotografia. La
trama assomiglia molto a quella di un film del 1999, Analisi di un delitto (A Murder of Crows). Anche qui il protagonista, l’avvocato Lawson Russel, interpretato
da Cuba Gooding Jr., si ritrova per le mani un manoscritto, intitolato Una strage di corvi, che gli consegna un
vecchio appena conosciuto per avere un suo parere. Il vecchio muore, lui
pubblica a suo nome il manoscritto, che poi brucia per non lasciare traccia del
plagio, e arriva così al successo. Ma quando si scopre che i crimini descritti
nell’opera erano stati realmente compiuti, Lawson viene arrestato come
sospettato numero uno.
Le differenze tra i due film sono palesi: pur partendo dalla stessa idea Analisi di un delitto è un vero e proprio thriller/azione, in cui non mancano inseguimenti e colpi di scena. The words invece è un drammatico - in cui si può dire che di fatto succede poco - mirato più ad analizzare gli aspetti psicologici legati alla scelta fatta dal protagonista e le sue conseguenze derivanti dall’entrata in scena del vero scrittore.
Il primo, ovviamente, ha vinto di gran lunga al botteghino e
strappato maggiori consensi tra il pubblico. Lo dico con un pizzico di rammarico, rassegnato all’idea che un film di suspense, mistero e indagine batta una
pellicola così densa di messaggi, considerazioni filosofiche e antropologiche, orientata
a sollevare argomenti così vicini alla nostra realtà quotidiana.
Prima di continuare a leggere vi invito, se non lo avete già fatto, a vedere il film. Così poi lo commentiamo insieme...
Ecco un elenco delle frasi più significative che ho trovato nel film da cui poter prendere spunto:
Rory Jansen alla moglie Dora
“Doveva essere un libro qualunque, sai?”
Mr. Jansen (il padre)
“Un’altra cosa che fa un uomo, per quanto possa essere dolorosa, è accettare i
propri limiti.”
Il vecchio (Jeremy Irons)
“Ho solo pensato che dovessi conoscere la storia dietro quelle parole.”
Clay Hammond
“Le parole rovinano tutto, lo sai questo?”
Clay Hammond
“(Rory) arriva alla conclusione o, per meglio dire, a questo mito di cui aveva
sentito parlare tante volte, che la verità ti rende un uomo libero.”
Dora Jansen al marito
“Credi di essere l’unica persona sulla terra ad aver commesso uno sbaglio?
Lascerai che questa cosa ti distrugga,
che distrugga noi?”
Dora Jansen al marito
“Possiamo provare a lasciarci tutto alle spalle?”
Il vecchio (Jeremy Irons)
“Tu non puoi aggiustare le cose, le cose sono soltanto cose.”
Il vecchio (Jeremy Irons)
“La mia tragedia è stata amare le parole, più di quanto amassi la donna che le
aveva ispirate.”
Il vecchio (Jeremy Irons)
“Facciamo tutti delle scelte nella vita: il difficile è conviverci! E non c’è
nessuno che possa aiutarti in questo.”
Clay Hammond
“Fine. Nessuna morale, nessuna giusta punizione, nessuna incredibile
consapevolezza oltre alla convinzione che una persona, dopo aver commesso un
terribile sbaglio nella vita, possa continuare a vivere e persino a vivere
bene.”
Clay Hammond a Daniella
“Ad un certo punto sappi che devi scegliere per forza tra vita e finzione. Le
due cose sono molto vicine ma non si toccano mai. Sono due cose molto, molto
diverse fra loro.”
Daniella a Clay Hammond
(la domanda può essere girata a Rory Jensen, forse anche al vecchio, ma
soprattutto a tutti noi)
“Che cosa vuoi
realmente?”
La nostra vita non è altro che l'insieme di tutte le nostre scelte, si costruisce interamente su di esse e noi siamo gli unici responsabili, artefici del nostro destino. Possiamo ancora lamentarci per ciò che "ci accade" nella vita? Scaricare sugli altri o su cause esterne la responsabilità delle nostre rinunce?
RispondiEliminaScegliere e accettare le proprie conseguenze. Accettare i propri limiti.
RispondiEliminaMa è giusto? Accettare i propri limiti, non è già questo un limite? Perchè non provare a superarli? E' giusto guardare al passato e rimpiangere le scelte fatte? Credo appartenga all'essere umano rimpiangere il passato, pensare alla scelta lasciata, chiedersi "chissà, se avessi scelto altro..." Io credo che i limiti esistano per essere superati. Nel film si avverte come un macigno il senso morale delle scelte sbagliate. Ma nessuno dei protagonisti sceglie di provare a rimediare in qualche modo. A mio avviso, non sono le scelte con cui è difficile convivere, ma gli errori. E non sempre una scelta è un errore. Impossibile nella vita non fare scelte.
"Che cosa vuoi realmente" dalla tua vita? Quali obiettivi vuoi raggiungere, e cosa sei disposto a fare per arrivarci?
RispondiEliminaAl posto di Rory Jansen tu che avresti fatto? Avresti copiato quel manoscritto o avresti accettato i tuoi limiti e abbandonato il sogno di diventare un grande scrittore e raggiungere la fama?
Una volta copiato lo avresti detto alle persone che ami?
Credi sia vero che "la verità ti rende un uomo libero"? Quanto pesa una verità nascosta, non detta? E quanto pesano per te scelte sbagliate?
Ogni film propone degli interrogativi che possono essere rivolti a noi stessi. Cercare delle risposte aiuta a conoscersi meglio. Questo blog vuole essere uno stimolo ad esplorare voi stessi e renderci partecipi delle vostre scoperte, o anche solo a dirci come la pensate. Perciò vi invito a rispondere alle domande e commentare.