Attori: Clint Eastwood, Amy Adams, Justin Timberlake.
Genere: Drammatico, sportivo.
Produzione: USA.
Anno: 2012.
Durata: 111 minuti circa.
Recensione:
Robert
Lorenz è conosciuto soprattutto per aver prodotto alcuni dei più importanti film
di Clint Eastwood, Mystic River, Lettere da Iwo Jima e Flags of our fathers,
per i quali ha ricevuto tre nomination agli Oscar per miglior film. Di nuovo in gioco è la sua
opera prima come regista. Il risultato non è un capolavoro. A produrre il film è proprio
Eastwood, che per l’occasione torna anche a recitare, nonostante avesse
dichiarato che Gran Torino (2008)
sarebbe stato il suo ultimo lavoro come attore. Interpreta l’anziano e
scontroso Gus Lobel, scout di baseball degli Atlanta Braves, inviato in Nord
Carolina ad esaminare una giovane promessa. Pete Klein (John Goodman, The artist, Argo), storico
amico e collega di Gus, preoccupato per la sua salute, convince la figlia di lui,
Mickey (Amy Adams, The fighter, The master), avvocatessa di grande personalità, a seguire il padre nella trasferta. Il film mette in scena il rapporto complesso tra i due, uniti
solo dalla loro passione per il baseball. Non manca una storia d’amore, tra
Mickey e Johnny Flanagan (Justin Timberlake, Alpha dog, Amici di letto), scout dei Red Sox ed ex
giocatore, scoperto anni prima da Gus.
Di
genere drammatico nei contenuti – ogni personaggio ha una triste storia da
raccontare – sportivo per il contesto, la pellicola segue però la classica
struttura della commedia americana. Superate le difficoltà iniziali, tutto sembra andare
per il meglio. Alcuni eventi però rischiano di rovinare tutto, e proprio quando
la situazione sembra irrecuperabile, una rivelazione, un evento o un gesto eclatante, la
fortuna che bussa alla porta, contribuiscono a creare il finale perfetto, in cui
ogni cosa si sistema e tutti sono felici.
Da ogni pellicola, anche se non particolamente esaltante, provo comunque, di solito con esito positivo, a tirare fuori qualcosa di buono, un particolare della storia o di un personaggio, una trovata registica o una performance recitativa che spicca. Stavolta non ci sono riuscito. Di nuovo
in gioco è una storia banale, come ce ne sono a centinaia, debole, poco
coinvolgente e a tratti irreale. Scontata nell'andamento e soprattutto nel finale. Bravo Clint Eastwood, ma non da ricordare. Dedicato allo spettatore poco esigente, in
cerca solo di una magra consolazione agli stress della vita quotidiana.
Trailer del film:
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