La nuova invenzione di Google che mette a rischio
la nostra privacy.
Lo scorso 5
maggio l’Huffington post pubblica
una notizia che riguarda Google. Il gigante informatico di Mountain View, dove
si trova Googleplex, il suo quartier generale, ha creato un algoritmo in grado
di controllare ciò che l’utente sta scrivendo all’interno di Gmail (la mail di
Google), per poter bloccare eventuali
messaggi sgraditi o potenzialmente pericolosi. Una sorta di correttore
ortografico, ma che analizza il contenuto dei messaggi, confrontando frasi e
concetti espressi con un database da remoto, e capace anche di proporre,
proprio come il correttore per l’ortografia, eventuali soluzioni alternative al
testo digitato. Risultato: ci basterà anche solo pensare di scrivere qualcosa
di “sbagliato” e in un attimo attireremo su di noi l’occhio vigile di Google, come
quello di Sauron, neanche fossimo degli Hobbit e indossassimo l’Anello del
potere. Ecco spiegata dunque l’ultima trovata di BigG; curioso soprannome per un
provider che aspira al ruolo di Grande Fratello, e tenta di entrare nelle
nostre vite come il Partito Orwelliano di 1984.
Lo scopo? Evitare la diffusione di informazioni riservate di
un’azienda da parte dei suoi dipendenti, ma anche impedire agli stessi
dipendenti di scrivere cose di cui si potrebbero pentire, come messaggi ostili
nei confronti di dirigenti o colleghi. Il software, se da una parte avviserebbe
lo scrittore del rischio implicito nelle sue parole, al fine di indurlo a
ripensamenti per evitargli grane legali, dall’altra, in caso di cieca
ostinazione e violazione della legge, lo segnalerebbe alle autorità o agli
organi competenti. Questo anche nel caso di tentativi di diffusione di
materiale pedopornografico o per intercettare informazioni di carattere
terroristico, potendo così procedere all’arresto dei trasgressori. Il programma
nasce quindi in primis per entrare nei computer dell’ufficio, con libero
accesso e possibilità di archiviare e-mail e cronologia dei siti visitati dai
lavoratori, e successivamente per essere impiegato ovunque, visto che, come
sembra, verrebbe adattato a qualsiasi file e utilizzato su qualunque dispositivo,
tra cui PC, smartphone e tablet.
Insomma, perfettamente in accordo con il suo slogan ufficiale "Don't be evil", Non essere cattivo, Google ha creato un algoritmo mirato a fermare l’utente prima che infranga la legge. Tutto questo ricorda molto Minority Report, il film di Steven Spielberg, in cui a farla da padrona era la “precrimine”, un sistema in grado di prevedere gli omicidi con l’obiettivo di arrestare il criminale prima di commettere il reato. Il criminale sotto accusa in questo caso è il pensiero che, perciò, verrebbe fortemente inibito. Mi chiedo: e se non fosse vero? Mi spiego meglio: se il pensiero che spinge una persona a scrivere qualcosa di compromettente non avesse poi un seguito nella realtà? Dovrebbe essere comunque perseguito o giudicato? Chi non ha mai pensato almeno una volta di uccidere sua suocera, ma se tutti lo facessero davvero oggi avremmo molti meno divorzi (le statistiche sui divorzi dimostrano il contrario). E probabilmente, per restare in tema lavoro, in tanti hanno fantasticato su Come ammazzare il capo…e vivere felici, ma in pochi decidono di seguire l’esempio di Nick, Dale e Kurt provando a mettere in pratica l’idea, magari dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo in un pub. Ma se anche fosse solo una fantasia, un piccolo desiderio senza alcun obiettivo concreto, confidato in un’e-mail ad un amico in un momento di rabbia, il software ti ammonirebbe che non puoi neanche pensarlo se non vuoi rischiare conseguenze spiacevoli. Se in Italia venissero attuati tutti i desideri di rivolta che ascolto parlando con la gente, adesso il paese sarebbe in piena guerra civile.
Ma se davvero il PVC venisse lanciato sul mercato avremmo a che fare con un nuovo strumento di controllo. Diventa lecito domandarsi a cosa porterà tutto questo. Hal, il super-computer assassino dall’occhio rosso sangue, che tutto vede e tutto ascolta, capace di interpretare perfino i gesti e il labiale degli astronauti in 2001 Odissea nello spazio o V.I.K.I. (Virtual Interactive Kinetic Intelligence), il cervello positronico centrale della U.S. Robots, in Io, Robot, che governa i robot in una ribellione violenta nei confronti degli uomini (solo per citare qualche esempio), resteranno sempre e solo personaggi relegati nel mondo del cinema fantascientifico e nella mente creativa di autori geniali? Oppure sono, seppur esasperate e catastrofiche, previsioni di un futuro non più così lontano?
Bibliofilmografia
- Google Aims To Patent Policy Violation Checker, Potentially Revolutionizing Email Snooping, in Huffington post.com, 6/05/2013.
- Google, un "Minority Report" per l'email: previene i reati e anticipa il diritto all'oblio, in Repubblica.it, 08/05/2013.
- Valentina Cavaliere, Google brevetta Policy Violation Checker, il correttore di pensieri, in Bloglive.it, 10/05/2013.
- Cristiano Ghidotti, Google brevetta il Policy Violation Checker, in Webnews.it, 10/05/2013.
- Acquario, Il grande Fratello di Google: Policy Violation Checker, in Mediterranews.org, 10/05/2013.
- Peter Jackson, The Lord of the Rings (Il Signore degli Anelli – trilogia), USA/Nuova Zelanda, 2001-2002-2003, basato sull’omonimo romanzo di J.R.R. Tolkien, 1955.
- George Orwell, 1984, Arnoldo Mondadori editore, 2000. Tratto dal romanzo, il film Orwell 1984, di Michael Radford, è uscito proprio nel 1984.
- Steven Spielberg, Minority Report, USA, 2002.
- Seth Gordon, Horrible Bosses (Come ammazzare il capo…e vivere felici), USA, 2011.
- Stanley Kubrick, 2001: A Space Odyssey (2001: Odissea nello spazio), Gran Bretagna, 1968, tratto dall’omonimo romanzo di A.C. Clarke, pubblicato nello stesso anno.
- Alex Proyas, I, Robot (Io, Robot), USA, 2004.
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